Max Pezzali è tornato: “Discoteche abbandonate”

A distanza di 4 anni dal suo ultimo lavoro discografico e dopo straordinari successi dal vivo Max Pezzali torna con un brano inedito. Stiamo parlando di “Discoteche abbandonate”, scritto con Jacopo Ettorre e Michele Canova che ne ha curato anche la produzione, è il nuovo singolo disponibile solo in radio dal 15 aprile, in digitale e su cd fisico autografato dal 26 aprile.

 

Siamo stati alla presentazione del singolo, un viaggio in autobus insieme a Max Pezzali da Milano a Pavia, la sua città, quella delle discoteche che hanno contraddistinto l’adolescenza del cantante e che più volte vengono citate nei brani degli 883. Proprio di quell’atmosfera, di quelle discoteche e quel modo di vivere la musica dance, parla il nuovo brano “Discoteche abbandonate”. Un viaggio nei luoghi di culto che negli anni ha ispirato libri e mostre in tutta Italia.

 

“Discoteche abbandonate”: Max Pezzali ci racconta il significato del nuovo brano

Saliamo sull’autobus con Max Pezzali che, dopo averci accolto con il sorriso, ci inizia a raccontare che cosa lo ha portato a scrivere questo suo nuovo brano.

 

“Il nuovo singolo ‘Discoteche abbandonate’ parte da un assunto, da delle suggestioni nate da un libro ‘disco mute’. Un libro fotografico che racchiude le foto delle vecchie discoteche degli anni ’80, ’90 e 2000 che hanno chiuso, che non sono sopravvissuti alla modernità. Quei luoghi pieni di specchi, spigoli e diamanti, vederli completamente vuoti e vandalizzati mi ha fatto pensare quanto quei luoghi siano stati importanti per la mia generazione e per tanti altri.” Racconta Max.

 

“Sembravano delle foto di una civiltà ormai decaduta. Quei luoghi hanno riportato alla mente i miei ricordi e il brano ‘Discoteche abbandonate’ è nato fondamentalmente da questo, da immagini che sono trasformate in musica e testo.” Continua Max Pezzali.

 

Il viaggio continua, verso Pavia. Pavia centro di questo nuovo brano, come racconta Pezzali citando una sua nota canzone: “Una città dove c’erano due discoteche e 106 farmacie. Ora sono rimaste solo 106 farmacie. Le due discoteche sono ormai chiuse, ma sono i luoghi dove io e i miei coetanei abbiamo scoperto la musica, e l’altrove. L’altrove della discoteca serale, del mondo dei grandi. In questi luoghi ho ascoltato per la prima volta quelle canzoni che poi mi hanno influenzato nella produzione delle mie canzoni”.

 

“Dagli anni 60 del ventesimo secolo al primo decennio del ventunesimo, le discoteche, erano il luogo in cui potevano essere ciò che desideravano, almeno per poche ore: buttafuori e buttadentro, baristi e DJ, cubiste e drag queen, playboy e strafiche, ballerine, statue, etero e queer.” Continua Max Pezzali. “Al centro c’era la pista: palcoscenico e ring, spazio comune in cui tutte le differenze si annullavano. Oggi gran parte di quel mondo non esiste più: di lui restano rovine erose dal tempo e l’eco di voci, risate, pianti, sogni e speranze di generazioni di giovani che hanno avuto la fortuna di viverlo”

 

Foto: LaPresse