Tutti pronti per le vacanze ma il turismo cambia
I tempi corrono e siccome tutto cambia, anche il turismo lo fa. Anzi in tempi di Covid è soprattutto il turismo a cambiare.
Che i giapponesi siano avanti in tema di innovazione tecnologica è cosa ben nota e infatti anche questa volta sono pionieri.
A rivoluzionarsi è il mondo dell’ospitality. Infatti dovuto alle nuove esigenze di minor contatto fra le persone, ecco che arriva Lovot.
Lovot è un esempio di intelligenza artificiale prestata all’accoglienza. Accoglie e stupisce gli ospiti di un hotel della capitale nipponica, l’Hotel New Otani.
Lo fa grazie alla tecnologia Emotional Robotics™. Praticamente aumenta la capacità dell’uomo di affezionarsi a lui e sviluppare empatia. L’obiettivo degli inventori dell’azienda GROOVE X era quello di creare un legame speciale con gli ospiti. Infatti, basta avvicinarsi per percepire relax e benessere. Ma non solo. LOVOT è in grado di reagire allo stato d’animo di chi lo circonda e rispondere con gioia o conforto, nonostante non sia un essere umano. Ecco perché l’hotel ha deciso di stringere una collaborazione con l’azienda nipponica di intelligenza artificiale e creare insieme un pacchetto Family Stay Plan che include la presenza del robot in alcune camere per i clienti che ne faranno richiesta.
Questo pacchetto si trova in 10 alberghi in tutto il Giappone e il piccolo robot è diventato simbolo della dolce ospitalità della catena alberghiera.
Chissà che non arrivi anche in altri paesi questa soluzione che permette di ovviare il problema della pandemia e magari incentiva i viaggi. D’altronde si dice sempre che le macchine sono più asettico del contatto umano e questo resta vero, ma almeno il robot è anche espressione di dolcezza e tenerezza.
Ma non tutti accettano cambiamenti così grandi. Così optano per posti incontaminati. Isole vergini dal turismo ma dalla bellezza sconvolgente.
E’ il caso della Purple Island, in Corea del Sud. Si tratta di un’isola remota del paese che si chiama Banwol – ri. Perché allora la chiamano l’isola viola? Perché stata completamente dipinta di viola. Dai tetti alle vecchie cabine telefoniche, dalle strade al lungo pontile che sfiora l’acqua tutto prende il colore dell’ametista.
Questa mossa è stata vincente: il turismo ha dilagato. Anche in epoca Covid e nonostante la piccola isola disti dalla capitale Seoul, ben 6 ore. Ma nell’epoca di Instagram la resa fotografica di un luogo è un aspetto fondamentale.
Infatti tra giugno e agosto 2020, più di 100mila visitatori hanno affollato la zona, un salto in avanti del 20% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Comunque al netto dei colori instagrammabili, l’isola è uno sperduto villaggio agricolo dove si trova la vera cultura coreana e dove si può vivere l’atmosfera di un villaggio del passato.
Un’esperienza unica con o senza viola da fotografare. In epoca Covid ancora di più, anche senza il robot Lovot.
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