Tecnologia: l’uomo del 3000 è gobbo, con artigli e un cervello piccolo

E la causa è da ritrovare nell'uso spasmodico dei telefoni cellulari

Gobbo, mani come artigli, collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e un cervello molto più piccolo. E’ l’identikit dell’uomo del 3000. La proiezione è il frutto di una ricerca commissionata da Toll Free Forwarding.

Analizzando numerosi studi dedicati all’impatto psicofisico della tecnologia quotidiana e consultando diversi esperti in materia, la società Toll Free Forwarding ha creato il prototipo di un essere umano dell’anno 3000 grazie alla collaborazione di un grafico 3D. Il suo aspetto – ma non solo – risulta profondamente influenzato dall’uso continuativo dei dispositivi elettronici di generazione in generazione, nell’arco di 1000 anni, appunto. Il risultato finale è “Mindy”, una ragazza virtuale che non corrisponde sicuramente ai canoni estetici di oggi.

Dunque emerge come la tecnologia è tra gli elementi più impattanti della nostra epoca e sulle nostre esistenze, soprattutto nelle popolazioni più ricche e industrializzate. Oggi lo è nelle relazioni, nel modo in cui le stringiamo e con cui ci interfacciamo gli uni agli altri; domani lo sarà sul corpo umano, stravolgendolo.
Dunque mentre oggi l’uso dello schermo permea le nostre vite plasmando le relazioni e influenzando tutti i rapporti, avendo quindi un impatto psicologico sugli essere umani,  tra mille anni, a seguito di gestualità ripetute, l’impatto sarà soprattutto fisico, rendendo l’uomo diverso da come è oggi. Di generazione in generazione ci sarà un inevitabile adattamento ai comportamento psicofisici imposti dall’uso compulsivo della tecnologia mobile.

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