Casa delle donne sotto sfratto, 30 giorni per pagare 800mila euro: “M5s riapra il dialogo”
Trenta giorni per pagare 833mila euro di debiti, altrimenti partiranno le due procedure legali, la prima per il recupero della somma dovuta, la seconda per lo sfratto dai locali. Ma le donne di via della Lungara non ci stanno e all’intimazione di pagamento arrivata dal Campidoglio hanno tutte le intenzioni di reagire. “Il 13 novembre faremo un’assemblea per capire come rispondere e come muoverci per scongiurare una reale chiusura”. A parlare a RomaToday è l’avvocato Simonetta Crisci, del direttivo della Casa internazionale delle Donne, la realtà nata 30 anni fa all’interno del complesso del Buon Pastore a Trastevere.
Una volta occupati i locali dell’ex convento, nel lontano 1987, dal Movimento femminista romano che ne ha sempre rivendicato l’utilizzo per finalità sociali, è partita la lunga trattativa con il Comune, terminata con la consegna dell’edificio (3500 metri quadrati), e sottoscrizione di una convenzione ancora in essere, all’associazionismo in rosa. Oggi sono una quarantina le realtà che offrono servizi socio sanitari, psicologici, sportelli legali e di orientamento al lavoro. Tutto gratuito. E poi c’è Archivia che raccoglie migliaia di libri e pubblicazioni al femminile, l’ostello Orsa Maggiore che dà alloggio a chi passa per Roma.
Nei bilanci della Casa le uniche entrate arrivano dagli affitti di alcuni spazi per eventi e dal tesseramento (facoltativo) da 15 euro. Ma le spese sono tante, dalle bollette alla manutenzione, e in cassa resta poco, non abbastanza per pagare l’affitto richiesto dal Comune, circa 9mila euro. “Come se fosse un locale commerciale” spiega ancora Crisci “ma non sono un negozio. Forniamo gratuitamente tanti servizi che lo stesso Campidoglio nel 2013 ha stimato avere un valore di circa 700mila euro”.
Eppure, nei due anni di amministrazione Marino, era stato avviato un dialogo per cercare di quantificare un affitto verosimile per le casse delle associazioni. Un iter che si è bruscamente interrotto con la nuova giunta. “Abbiamo chiesto di incontrare l’assessore Castiglione. Probabilmente la prossima settimana riusciremo ad avere un confronto”. Intanto un appuntamento fissato è quello del 13 novembre. “Ci riuniremo per capire il da farsi. Per decenni questo luogo è stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e frequentato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della nostra città. Anche la Casa corre ora oggi il pericolo di chiusura cui sono andate incontro tante associazioni e realtà sociali di Roma”. Un pericolo che non può assolutamente essere ignorato.
Ieri in tarda serata il comunicato stampa di Castiglione con alcuni chiarimenti. “Sono pronta a incontrare le rappresentanti del Consorzio Casa Internazionale delle Donne. Mi preme precisare che non c’è alcuno sfratto in corso come qualcuno vuol far immaginare. Oggi il Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale ha provveduto ad inviare loro una comunicazione contenente la rinnovata richiesta del pagamento della morosità accumulata, pari a 833.512,30 euro”. Lo dichiara l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Rosalba Castiglione. “Tale debito – prosegue Castiglione – è stato contratto sulla base di un canone abbattuto del 90% rispetto al valore di mercato, in ragione della valenza sociale e culturale riconosciuta dall’Amministrazione capitolina al lavoro svolto dal Consorzio. Parliamo di uno spazio di 3.687,38 mq distribuito su cinque piani e 540 mq di superficie scoperta in via della Lungara 19, in pieno centro a Roma in zona Trastevere. Confidiamo che il debito contratto possa essere sanato e che, quindi, le attività possano continuare in coerenza con l’interesse dei cittadini e mai sulle loro spalle”.
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