Arco di Giano: torna ai romani dopo quasi 30 anni

Dal 13 novembre sarà nuovamente possibile visitarlo

Quando qualcosa di storico finisce nell’oblio si mette a repentaglio l’identità. Nell’oblio dei romani era finito l’Arco di Giano, tolto alla fruibilità dal lontano 1993 in seguito all’attentato al Velabro. Riapre oggi dopo quasi 30 anni.

Dal 13 novembre ogni sabato il monumento, tra i principali del Foro Boario, sarà visitabile e a ingresso libero, dalle 16 alle 20.
I romani potranno dunque tornare a visitare e a godere di una ricchezza storica della propria città. Unico arco onorario a pianta quadrangolare al centro della città, presenta i varchi perfettamente allineati con i quattro punti cardinali. E’ intitolato al Dio bifronte per la sua forma e fu edificato dai figli di Costantino per celebrarlo dopo la sua morte. Dopo i lavori di ristrutturazione, nel 2017, è comparso un blocco di marmo con la scritta “Cos”, abbreviazione del nome del primo imperatore romano cristiano.
Come l’arco di Costantino, anche l’Arco di Giano, originariamente ricoperto di marmo, è stato realizzato con materiali provenienti dalla distruzione sistematica di edifici che, all’inizio del IV secolo, erano in disuso.

Questa sera intanto il grande ritorno: alle 21,15 e alle 21,45 nell’area archeologica, andrà in scena la performance Nu- Shu, le parole perdute delle donne, azione scenica di 9 minuti, curata da Raffaele Curi, che amalgama i segni dell’arte antica con il presente. Il Nu-shu è l’unica lingua al mondo esclusivamente femminile, un idioma segreto sviluppato in Cina tanto tempo fa. Alla performance si potrà assistere gratuitamente.

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