Trasporti, il Censis bacchetta Roma: Autobus lumaca e poche metro

Il Censis bacchetta la capitale in merito ai servizi offerti nel settore del trasporto pubblico. Nel 2° numero del diario “Roma verso il Giubileo”, l’istituto mette in evidenza che “metropolitane e ferrovie urbane hanno avuto uno sviluppo insufficiente” mentre “la rete del trasporto pubblico di superficie su gomma è invece tra le più estese d’Europa: più di 3.500 km di linee, 7.000 fermate, oltre 2.000 bus impiegati”. Nonostante però lo sviluppo della rete di bus, molte linee sono sovraffollate mentre quasi un terzo è invece caratterizzato da insufficienti livelli di utilizzo da parte dell’utenza.

Nell’ora di punta poi, gli autobus diventano “lumaca”: secondo il Censis, infatti, “al mattino il tempo medio di viaggio per chi usa il bus si attesta sui 50 minuti per spostamenti che in media sono di poco superiori a 10 km. Questo perché i bus viaggiano lentissimi. Nelle ore di punta, all’interno dell’anello ferroviario la velocità commerciale varia da 12-15 km/h”.
Come se non bastasse, “scarseggiano le corsie preferenziali (ferme ad appena 100 km di estensione) e i mezzi rimangono invischiati nel traffico, dove è molto diffuso il fenomeno della sosta in doppia fila. Il nuovo Piano urbano del traffico, da poco approvato, punta ad aumentare del 40% le corsie preferenziali e del 20% la velocità dei mezzi sugli assi portanti. Il biglietto (1,50 euro) è uno dei meno cari d’Europa (a Parigi costa 1,80 euro, a Berlino 2,70, a Londra parte da 3,20 euro), tuttavia il Comune stima un 35-40% di evasione sui mezzi di superficie”.

“Negli ultimi vent’anni – spiega il Censis in una nota – lo spostamento di quote rilevanti di popolazione verso l’estrema periferia e verso l’hinterland, in cerca di costi abitativi più sostenibili, ha aggravato le patologie di una città a struttura fortemente centripeta. Nel 1998 il 18% dei romani abitava fuori dal raccordo anulare, oggi tale quota supera il 26%. Ma nelle aree fuori e a cavallo del Gra il trasporto pubblico ha un ruolo marginale (assorbe solo il 19% della domanda di mobilità)”.
“Ai cittadini che abitano fuori dal Gra – prosegue – si aggiungono poi i pendolari residenti al di fuori dei confini comunali in ingresso verso la città: nel 2004 gli spostamenti giornalieri verso Roma originati dal resto della provincia erano 550.000, sono diventati 820.000 nel 2013. Anche l’impatto del turismo è rilevante: 16,3 milioni di turisti arrivati nel 2014 e quasi 39 milioni di presenze significano una media giornaliera di 107.000 persone in più che si concentrano soprattutto nella parte storica della città, ‘invasa’ dai bus turistici”.
“Il forte aumento dei flussi pendolari e turistici – aggiunge la nota – Negli ultimi vent’anni lo spostamento di quote rilevanti di popolazione verso l’estrema periferia e verso l’hinterland, in cerca di costi abitativi più sostenibili, ha aggravato le patologie di una città a struttura fortemente centripeta. Nel 1998 il 18% dei romani abitava fuori dal raccordo anulare, oggi tale quota supera il 26%. Ma nelle aree fuori e a cavallo del Gra il trasporto pubblico ha un ruolo marginale (assorbe solo il 19% della domanda di mobilità)”.
“Ai cittadini che abitano fuori dal Gra – prosegue – si aggiungono poi i pendolari residenti al di fuori dei confini comunali in ingresso verso la città: nel 2004 gli spostamenti giornalieri verso Roma originati dal resto della provincia erano 550.000, sono diventati 820.000 nel 2013. Anche l’impatto del turismo è rilevante: 16,3 milioni di turisti arrivati nel 2014 e quasi 39 milioni di presenze significano una media giornaliera di 107.000 persone in più che si concentrano soprattutto nella parte storica della città, ‘invasa’ dai bus turistici”.