Via Cupa, fallisce il progetto accoglienza: per i migranti niente tendopoli

Niente tendopoli per i migranti di via Cupa. A quanto riferito dal portavoce dell’ex Baobab, Andrea Costa, il tavolo in corso con l’assessore Baldassarre si sarebbe concluso in un nulla di fatto. Settimane di incontri per trovare una sistemazione alle centinaia di profughi transitanti che dormono per strada e un’unica conclusione, inaspettata.

“L’assessora ha alzato bandiera bianca – ha annunciato Costa – ci è stato comunicato che non ci sono le risorse economiche”. L’idea, lo sappiamo, era di allestire un campo di accoglienza su modello di quello già realizzato l’anno scorso alla stazione Tiburtina. Il protocollo era già pronto. “Dice che era stata contattata la Protezione civile, poi il terremoto nel centro Italia ha rimandato tutto”.

Questo quanto emerso nell’ultima riunione. Al momento dunque, i transitanti in fuga per lo più dall’Eritrea, restano dove sono, nel vicolo davanti al cimitero del Verano dove da mesi i volontari del Baobab provvedono a pasti e visite mediche. “In questi giorni abbiamo raggiunto il picco di 400 presenze – racconta Sonia Manzi, una volontaria – cominciano le pioggie e il freddo di notte. Andiamo avanti con la solidarietà dei cittadini romani, ma a volte non basta”. Senza contare le continue proteste di commercianti e residenti, perché da mesi la strada è chiusa.

L’unica conquista è stata la riapertura del centro Caritas al ponte Casilino, la struttura aperta d’inverno per l’emergenza freddo, ma ha solo 70 posti, insufficienti anche sommati ai 50 del centro della Croce Rossa di via del Frantoio. “L’assessore si rivolgerà al Governo – ha poi spiegato Costa – per l’apertura di una struttura tramite un bando pubblico”. Ma intanto l’emergenza continua, e nei suoi picchi estivi, nonostante le promesse a giunta appena insediata, non si è stati in grado di affrontarla. Neanche per i minori.

“Ne abbiamo una quarantina al momento – ci dice ancora Sonia – e il problema si aggrava perché da giorni non li fanno partire”. Stando a quanto testimoniato dagli attivisti presenti, “ieri sera dieci minori eritrei muniti di biglietto non sono stati fatti salire sul treno per Milano”. Lo ha raccontato Roberto Viviani, un altro volontario. “Tecnicamente la Polizia ha la legge dalla sua (la legge, non la ragione): senza documento non puoi giustificare un biglietto ridotto e -anzi- potresti anche essere portato in questura per verificare l’identità”. Ma “il punto è proprio questo, le forze dell’ordine non hanno preso in custodia i 10 minori non accompagnati, hanno pensato bene di consigliare loro di tornare in via Cupa”

In collaborazione con: romatoday