Safer Internet Day: sempre connessi ma con consapevolezza

La giornata è stata istituita dal 2004

Se dovessimo trovare un protagonista del 21esimo secolo potremmo senz’altro individuare internet come l’unico vero protagonista indiscusso dei  nostri tempi. Tutti, e ovunque, viviamo connessi.
Anzi la pandemia ha accentuato questa iperconnessione. Tuttavia una cosa più la si usa più la si conosce. Ed effettivamente internet diventa sempre meno sconosciuto e sempre più explored (anziché explorer).
Certo negli anni questo ha comportato un grande lavoro da parte degli addetti ai lavori al fine di renderlo quanto più sicuro soprattutto per i giovani. Così dal 2004 la Commissione Europea ha istituito una giornata dedicata alla creazione di strategie per renderlo un luogo sicuro soprattutto per i più giovani.
Così oggi martedì 8 febbraio in tutto il mondo si celebrerà la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, il cosiddetto Safer Internet Day, accompagnato dal consueto slogan “Together for a better Internet”.
Le iniziative in programma sono molte. L’evento nazionale si terrà al Ministero, alle ore 10.00, vedrà la partecipazione del Ministro Patrizio Bianchi e potrà essere seguito in diretta sul canale YouTube del MI.
In tutta Italia si svolgeranno poi attività promosse con i principali partner di “Generazioni Connesse”: l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Polizia di Stato, Telefono Azzurro e Save the Children. Sul web il racconto della giornata sarà accompagnato dagli hashtag #SID2022 e #SICItalia. Sono previsti webinar, dirette e interviste con esperti.

La ricerca: i numeri sono quelli prepandemia

Punto di partenza delle riflessioni  saranno i dati della ricerca realizzata da Generazioni Connesse, sulla quantità e sulla qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi in Italia.
Si riduce il tempo trascorso online dai più giovani: il 42% delle e degli intervistati dice di stare collegato dalle 5 alle 10 ore al giorno, contro il 59% dello stesso periodo dell’anno scorso.
Le ragazze e i ragazzi che si dichiarano “sempre connessi” scendono dal 18% del 2021 al 12% del 2022, complice anche il graduale ritorno alla normalità dopo le restrizioni del periodo più difficile della pandemia. In quest’ultimo anno è aumentato il numero di quanti e quante dichiarano di essere più informati sui rischi della Rete: il 55% dei giovani sostiene di aver ricevuto indicazioni sulla sicurezza online, soprattutto dai docenti. Il restante 46% degli adolescenti coinvolti nella ricerca, invece, stima di passare online meno di 4 ore al giorno, contro il 23% complessivo di 12 mesi fa.

Meno tempo speso online e maggiore consapevolezza dei rischi in cui si può incappare sul web. Questo, in sintesi, il quadro che emerge dall’annuale ricerca condotta da Generazioni Connesse, in collaborazione con Skuola.net, Università degli Studi di Firenze e Sapienza Università di Roma – CIRMPA, in occasione del Safer Internet Day 2022, su un campione di 2.472 studenti di scuole secondarie di primo e secondo grado.
Aumenta la consapevolezza dei ragazzi e, in particolare, di quanti sfruttano le conoscenze acquisite sui meccanismi della Rete per aiutare i coetanei in difficoltà: nell’ultimo anno, il 95% degli studenti coinvolti nella ricerca dichiara di aver sostenuto ragazze e ragazzi della propria età con consigli e suggerimenti per migliorare la loro esperienza nella dimensione digitale.
I più diffusi? Evitare di condividere online dati sensibili, fare attenzione alle persone conosciute in Rete, non diffondere foto e video privati sul web, non condividere informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso, verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli.

Interventi quanto mai utili, visto che pur crescendo la consapevolezza sulle potenzialità e sui rischi della Rete, fenomeni come il sexting o il cyberbullismo sono tutt’altro che sconfitti.
Solo negli ultimi 2-3 mesi, il 24% degli intervistati racconta di aver scambiato proprie immagini intime, mentre il 7% dichiara di essere stato vittima di atti di cyberbullismo, a cui si aggiunge un 2% di cyberbulli e un 21% di spettatori di tali atti.
Fondamentale il ruolo della scuola: la maggiore diffusione della cultura digitale è dovuta in gran parte all’azione svolta dai docenti. Le studentesse e gli studenti che hanno ricevuto insegnamenti sulla sicurezza online dai loro insegnanti sono passati dal 12% di un anno fa al 31% attuale. Il 68% delle ragazze e dei ragazzi però non ha mai sentito parlare del nuovo regolamento per il trattamento dei dati personali, il GDPR, entrato in vigore nel 2018 e si dichiara preoccupato in merito alla possibilità che i siti web visitati possano condividere le loro informazioni personali con altri. Simili percentuali vengono riportate anche rispetto al tracciamento di cosa fanno online (un po’ preoccupato 52%; molto preoccupato 39%) e a possibili usi non autorizzati dei dati forniti (un po’ preoccupato 65%; molto preoccupato 23%).

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