Villa Gordiani si appella a Totti: “Il campo dove hai giocato non c’è più. Dacce na mano”

All’interno di una storia che ha rappresentato un sogno per l’intera città, quella di Francesco Totti, la vicenda di un incubo per un quartiere, Villa Gordiani. Perché il campetto dove il Capitano della Roma ha battuto uno dei suoi primi rigori con la maglia del Lodigiani oggi non c’è più. Stiamo parlando dello storico campo da calcio di Villa Gordiani, demolito tra le proteste dei cittadini nel giugno del 2019 per volere dell’amministrazione del V municipio guidata da Giovanni Boccuzzi.

Nel recente film di Alex Infascelli ‘Mi chiamo Francesco Totti’, si vede un giovanissimo Francesco giocare in quel parco e tirare un rigore dentro quella porta “che oggi non c’è più”. E’ lo stesso Totti che nel film racconta un aneddoto legato a quel luogo: suo padre e suo zio gli davano 5 mila lire a goal. “Gli ho fatto trovare un altro lavoro a tutti e due”, dice ridendo. “Altri avranno sorriso ascoltando l’aneddoto delle 5mila lire. Noi no. Noi ci abbiamo messo un secondo a riconoscere quel campo di terra battuta. Il nostro campo”, si legge in una lettera pubblicata sulla pagina Facebook Borgata Gordiani.

Così Villa Gordiani si appella a Francesco Totti: “Forse non lo sai Francé, ma oggi quella porta non c’è più. Quegli spoiatoi alle spalle non ci sono più. Non ci sono più arbitri. Niente più guardalinee (che a esse sinceri da ‘ste parti non se vedevano da un po’). Ma soprattutto non ci sono più bambini che giocano e non ci sono più tutte quelle persone li fuori a guardarli. Te lo ricordi?”, continua la lettera.

“Hai giocati negli stadi più belli del mondo, lo sappiamo. Eppure siamo convinti che quel campo sotto al monumento non te lo sei potuto scorda’. Per noi era tutto. Per noi, che siamo una realtà formata da ragazzi nati e cresciuti in questo quartiere, quel campo oggi è l’unica possibilità per provare a rendere veramente accessibile il diritto allo sport in un quartiere popolare come il nostro. Oggi quel campo non c’è più. Di quel campo resta solo una porta (l’altra), un enorme vuoto e un mare di ricordi”.

La battaglia dei cittadini per evitare la chiusura è durata diversi mesi. Eppure il V municipio non ha fatto un passo indietro: ha fatto demolire gli spogliatoi, con la motivazione del tetto di eternit, sostenendo che nei pressi degli importanti reperti archeologici di Villa Gordiani per il campo da calcio non c’è più spazio.

“Le abbiamo provate tutte. Abbiamo baccagliato quando so arrivate le ruspe interrompendo i lavori, siamo andati ai Consigli del Municipio, abbiamo raccolto firme e presentato progetti. Niente. Non c’hanno mai ascoltato. Oggi però abbiamo scoperto che su quel campo anche tu hai scritto un pezzetto della tua storia. Quella che pensavamo essere una storia solo nostra è una storia anche tua. E allora ancora una volta non vogliamo avere rimpianti e parliamo con te. Dacce na mano France’. Ridiamo ai ragazzini di questo quartiere il sogno di entrare in campo e cercare con gli occhi i genitori sotto quel monumento. Restituiamogli il diritto allo sport e il sogno di fare gol nella porta dove ha segnato Francesco Totti. È questo il nostro sogno”.

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