Stadio della Roma, via libera del Campidoglio: “Si fa, cantieri aperti entro l’anno”

“Lo stadio si fa”. Quattro parole per dissipare le nubi che si erano addensate sopra Tor di Valle. La Sindaca Raggi, nel presentare l’attesa relazione del Politecnico di Torino, ha sciolto le riserve. Si fa e, ha ricordato la prima cittadina, “se i proponenti vogliono possono aprire i cantieri entro l’anno”.

Lo #stadiofattobene
Davanti al Direttore Generale dell’AS Roma Stefano Baldissoni una sala Protomoteca gremita di telecamere e giornalisti, Raggi ha passato in rassegna i punti forti dello #stadiofattobene. “Porterà un miliardo di investimenti sulla città” e quindi “lavoro, benessere, riqualificazione di un’area oggi assolutamente degradata” quella che si trova nei terreni dell’ex ippodromo, sull’ansa del Tevere. “Il dato positivo è che circa 500mila cittadini beneficeranno di servizi ed infrastrutture” ha ribadito la Sindaca in apertura di conferenza stampa, indetta per presentare la relazione del Politecnico di Torino.

Il nodo della mobilità
“Lo stadio diventa un catalizzatore di interventi già previsti nel PUMS, nel nostro progetto che abbiamo definito la cura del ferro”. Non è un caso se alla destra ed alla sinistra della sindaca si sono accomodati il professor Dalla Chiara, responsabile della relazione sulla mobilità del Politecnico e l’ingegner Brinchi, presidente di Agenzia per la Mobilità e responsabile del PUMS. Si punta quindi sul trasporto intermodale, sulle linee ferroviarie esistenti, che dovanno giocoforza essere potenziate. Addio pertanto”al ponte di Traiano”, un’infrastruttura che non consente di raggiungere l’obiettivo verso cui l’amministrazione cittadina dichiare di tendere: ridurre il numero di veicoli circolanti.

La filosofia del trasporto pubblico
Niente da fare quindi per il ponte che era previsto nella prima versione dello stadio, quella che prevedeva i grattacieli di Libeskind. “Immaginare di realizzare nuove infrastrutture, significa portare nuovi spostamenti sul mezzo individuale – ha dichiarato l’ingegnere responsabile del PUMS – invece noi stiamo lavorando nella direzione opposta e cioè garantire mobilità accessibile con sistemi diversi, trasporto pubblico in primis”.

La scommessa del PUMS
La scommessa del Campidoglio per uno stadio fatto bene, ruota tutta attorno al PUMS. “In fase diagnostica – ha ricordato il professor Dalla Chiara – avevamo definito come catastrofica la mobilità perchè, andare nella direzione del solo trasporto stradale, significa non rispettare gli obiettivi europei e questo va ad aggravare la situazione esistente”. Invece, il Politecnico di Torino, dopo aver elaborato la famosa “bozza” ha ricevuto gli aggiornamenti prodotti dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, le cui linee guida sono state nel frattempo aggiornate.

Prima la mobilità sostenibile poi lo stadio
“Il problema c’è ma esiste anche una soluzione, che sono i PUMS” ha sottolineato il professore Dalla Chiara: La scommessa si vince puntanto sull’intermodalità e sul traposto pubblico. ” Ci siamo confrontati con i tecnici di Roma Servizi per la Mobilità ed abbiamo visto che questi piani, nella misura in cui si possono attuare in due o tre anni, vanno bene”. Sono la soluzione che evita “la catastrofe”, perchè migliorano l’offerta e spingono gli utenti, com’è stato spiegato, a rinunciare al mezzo privato. Condizione essenziale è però che i vari interventi previsti nel PUMS siano implementati “prima della messa in esecizio dello stadio”. Bisogna quindi fare presto e far partire i lavori

 

 

 

 

in collaborazione con

 romatoday