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Il titolo italiano dei pesi piuma resta nella Capitale. La cintura, dopo il match di venerdì 26 marzo contro Suat Laze (25-7-1),ora cinge la vita di Christopher Anthony Mondongo, per tutti “El Gringo”. Un pugile romano che, a sorpresa solo per chi non lo conosce bene, ha deciso di dedicare la vittoria a Willy Duarte.

Mondongo, sotto la nuova cintura abbiamo visto che indossava una maglietta con la scritta “Ciao Willy”…

Sì, ho deciso di dedicare a lui questa vittoria. La maglietta l’ho ricevuta da suo cugino, una persona che conosco da tanti anni. L’aveva portata nel mio negozio prima che lo chiudessi per la zona rossa. Come portafortuna in vista del match.

Direi quindi che ha funzionato, come ci si sente ad essere campioni italiani?

E’ un sogno che inseguivo sin dal primo match da professionista. Che tra l’altro ho perso, nonostante lo stessi dominando, per un errore di inesperienza. Un’ingenuità che mi ha portato ad essere sconfitto prima del limite. Diciamo che la vittoria del titolo mi ripaga di tutto però perché diventare campione italiano non è una cosa che accada tutti i giorni. A tal proposito ringrazio il mio maestro e Davide Buccioni della BBT Production per quest’occasione.

Com’è nato il suo rapporto con la boxe?

Ho cominciato a 18 anni, seguendo in palestra un mio amico, Valerio Pensa, che già era pugile. La palestra era quella della Lupa Boxe, di Ponte Milvio. Perchè era lì che abitavo all’epoca. Dopo sei mesi dal mio ingresso in palestra ho disputato, e vinto, il mio primo torneo da dilettante.

Al professionismo però è passato molti anni più tardi

Sì, ho deciso di fare questo passo una volta tornato dagli Stati Uniti, dove ho vissuto e lavorato per circa un anno. Parliamo quindi del 2017. Da allora mi sono allenato con il proposito di diventare un campione, un obiettivo che ho realizzato ora che ho 31 anni.

Dove si allena oggi?

Da un anno ho cambiato palestra ed allenatore. Ora sono guidato da Giorgio Maccaroni e mi alleno alla Fortitudo Boxe, in zona San Giovanni. Dietro piazza Epiro. Ed è tra l’altro sempre a San Giovanni che vivo.

Però diceva che è cresciuto a Ponte Milvio

In realtà io sono nato in zona Tiburtina, poi mi sono trasferito con mia madre, all’età di sei anni, a Ponte Milvio, perchè lei lavorava lì. E’ quello il quartiere dove sono cresciuto,è lì che ho completato tutto il ciclo di studi. Sono andato alla scuola elementare Merelli, poi alla Don Orione alle medie e successivamente all’Istituto tecnico industriale Bernini, dove mi sono specializzato in chimica. Ora però come dicevo abito a San Giovanni, in via Satrico.

Dove ha anche la palestra. Se vive di boxe, possiamo concludere che lei aSan Giovanni sia di “casa e bottega”

No, in Italia è quasi impossibile farlo, anche per chi è professionista. Io infatti sono titolare di un barber shop che si trova in zona Cola di Rienzo, si chiama “Fresh” come la linea d’abbigliamento che ho lanciato insieme alla mia compagna.

Torniamo alla dedica del titolo a Willy. Un ragazzo con cui condivideva l’origine giusto? Tutti e due romani di origine capoverdiana…

Mia madre è di Capoverde, mio padre è del Congo. Per quanto riguarda Willy, io conosco i suoi cugini con cui sono andato a ballare per tanti anni hip-hop. Quando ho saputo della sua tragica fine, tramite loro, mi sono messo in contatto con la famiglia, perchè avevo un’idea ma era necessario ottenere prima la loro autorizzazione.

Ci spieghi meglio

Volevo che a Willy venisse dato un riconoscimento per il suo coraggio. Allora, ottenuto il via libera dalla famiglia, ho contattato la Federazione ed ho chiesto se era possibile realizzare una cintura in suo onore. A Willy, come campione di vita. La Federazione è stata recettiva e tre o quattro giorni dopo la sua morte, sono riuscito a consegnare questa cintura ai suoi parenti.

Ora che è diventato campione, sconfiggendo l’italiano d’origine albanese Suat Laze (25-7-1) che obiettivi si pone? Pensa di difendere il titolo?

In realtà ancora non lo so. Io non sono un peso piuma (limite a 57,15 kg ndr) sono un super gallo (limite a 55,34 kg ndr) e mi piacerebbe ottenere delle soddisfazioni anche con il mio peso, magari puntando ad un titolo internazionale. Ma è una decisione che ancora non ho preso. Valuteremo in questi giorni cosa fare.