Stadio della Roma, i consiglieri collezionano diffide: “Bloccate l’operazione”

No a Tor di Valle e sì allo stadio della Roma. Lo ripetono come un mantra i comitati che, da anni, si battono contro l’operazione che Eurnova e James Pallotta vorrebbero realizzare sull’ansa del Tevere. Ed ora hanno deciso di passare al contrattacco.

La diffida ai consiglieri capitolini
Nella sala del Carroccio, in Campidoglio, è stata annunciata una diffida. L’hanno firmata una decina di associazioni e comitati ed è rivolta ai consiglieri comunali che, presto, dovranno votare la variante urbanistica. E’ quello uno step necessario all’approdo, sull’Ansa del Tevere, del progetto voluto dal patron giallorosso. Un atto che non è dovuto, com’è stato spiegato durante la conferenza stampa coordinata da Mario Mattioli, volto storico di Rai Sport, a sua volta fortemente critico verso il progetto.

I motivi della diffida
Sono tanti i motivi per cui lo stadio, secondo i firmatari della diffida, non andrebbe fatto. Intanto perchè i terreni sono ad alto rischio idrogeologico, come testimoniato dall’ultimo report dall’Autorità di Bacino del Tevere. Poi perchè è in atto una querelle sulla proprietà dei terreni. Inoltre, viene sottolineato sempre nella diffida, non va sottovalutato lo scenario trasportistico che punta molto sul trasporto pubblico ma che, com’è stato ricordato dal Comitato dei Pendolari Roma Ostia, non investe sufficienti risorse.

La variante: un atto non dovuto
C’è un altro aspetto che, durante la conferenza stampa, è stata ripetutamente sottolineata: l’approvazione della variante al progetto urbanistico è tutt’altro che dovuta. Sul piano giuridico la questione è stata chiarita dall’avvocato Massimo Rossetti. “L’atto amministrativo (ovvero l’approvazione in Conferenza dei servizi ndr) può creare sole mere aspettative che non sono tutelabili”. Di conseguenza l’As Roma ed Eurnova non possono vantare alcun diritto nei confronti dell’amministrazione, “e la causa milionaria è infondata, poichè non possono essere risarcite neppure le spese vive per la predisposizione del progetto”.

Nessuna causa di risarcimento
“Non esiste nessun obbligo in capo all’amministrazione e quindi non esiste alcun diritto in capo al proponente di veder approvare la delibera di variante e di convenzione, anzi i rischi ci sono sul votare a favore della delibera” ha ribadito Stefano Fassina, capogruppo Capitolino di Sinistra per Roma, che poi ha invitato i consiglieri “alla coerenza”, come ha fatto Cristina Grancio, pur sapendo quant’è difficile lasciare un partito quando è al governo.

Denunciata l’amministrazione grillina
La conferenza, volutamente organizzata a ridosso del processo di Luca Parnasi, è arrivata anche a poche ore di distanza da un’altra iniziativa legale. “Ho depositato una denuncia querela nei confronti dell’amministrazione capitolina: mi è stato negato l’accesso agli atti sulla bozza di convenzione relativa allo stadio di Tor di Valle” ha annunciato l’ex grillina Cristina Grancio visibilmente provata per l’iniziativa intrapresa “quando mi sono presentata col M5S non pensavo che sarei dovuta arrivare a questo”. Un procedimento che si aggiunge alla diffide ed alle denunce che, sulla vicenda dello stadio, il M5s sta collezionando.

 

romatoday