Roma lercia, raccolta a rilento e differenziata a singhiozzo: cresce la protesta

Garbatella, Monteverde, Cinecittà, Giustiniana, Colli Aniene, Pietralata, Torre Angela. Roma sud, ovest, nord, est: la mappa delle segnalazioni dell’immondizia non raccolta si moltiplicano. E’ la Roma lercia disegnata dalle segnalazioni che quotidianamente giungono alla redazione di RomaToday. Difficoltà nella raccolta, sacchetti fuori dai cassonetti, giri di differenziata saltata e il porta a porta che non funziona: c’è di tutto nelle fotografie di una Roma sporca che non riesce a trovare la strada per uscire dall’emergenza. Sullo sfondo le feste, periodo in cui aumenta la produzione di rifiuti e che storicamente ha sempre rappresentato un momento difficile per i rifiuti della città eterna.

La situazione è sempre la stessa. Il sistema di raccolta rifiuti è in bilico, con gli impianti saturi e con le difficoltà nello svuotarli. Le due strutture Colari di Malagrotta stanno lavorando a ritmi normali. Nella settimana tra il 19 e il 25 novembre hanno trattato un totale di 7.126,25 tonnellate di rifiuti. Rida, azienda di Aprilia, ha informato di aver ripreso ad accogliere i rifiuti indifferenziati di Roma. Gli impianti di Rocca Cencia e Salario sono al solito strapieni, ma funzionano come dovrebbero. La difficoltà è quella di scaricare a ritmi normali gli autocompattatori. L’effetto è quello di giri rallentati. A testimoniarlo ci sono le foto rilanciate dai lavoratori di Lila che mostrano camion in fila davanti agli impianti.
Compattatori più lenti significa che i cassonetti, pur svuotati, vengono svuotati strapieni, con i sacchetti già fuori dagli stessi. Sacchetti che non possono essere prelevati dai camion compattatori e quindi restano a terra. Serve un servizio ad hoc, più lento. Il risultato sono le immagini di una Roma sporca.

Ma non c’è solo quello. La differenziata viene prelevata con grosse difficoltà. Se da un lato per alcuni quartieri si annuncia il lancio dei sacchetti intelligenti, dall’altro in molte zone, quelli del porta a porta o della raccolta stradale, le fotografie sono quelle di rifiuti non prelevati. Ed anche in questo caso, quando i cassonetti sono pieni, parte dei rifiuti separati resta a terra, con la necessità di un secondo servizio che però mescola tutti i rifiuti, rendendo vana l’abnegazione dei cittadini.
Sono sempre i lavoratori del laboratorio Idee Lavoratori Ama a lasciarsi andare ad uno sfogo amaro sul tema.

“Quando ci tocca raccogliere carta, plastica, vetro e metalli dal suolo per conferirli nei camion dell’indifferenziata, come facciamo ormai settimanalmente, ci prende una rabbia incontenibile. Pensando, poi, a quei tanti cittadini che, pazientemente e meticolosamente, hanno separato quelle materie seconde in casa, convinti che tutto quel lavoro fosse utilile all’ambiente, ci assale pure un senso di colpa e di vergogna indescrivibili”. Rivolgendosi agli amministratori i lavoratori spiegano: “Vi abbiamo anche detto che, prima di ogni altra cosa, c’era un grande bisogno di recuperare quella fiducia con i cittadini persa in questi anni di innumerevoli disservizi”, aggiungendo che i “cittadini sfiducati e stanchi da incazzati diventano incivili”. Lavoratori che sottolineano anche quella che è una loro proposta ovvero quella delle isole ecologiche, le cosiddette MIE le mini isole ecologiche, per facilitare la differenziata.

E ancora, dal XV municipio, arriva lo sfogo del presidente Stefano Simonelli che, senza giri di parole, rivolgendosi ai cittadini, sembra andare in collisione con la ricetta Raggi-Montanari. “Oggi mi dicono: quando mettete il porta a porta? Ma che sei matto! Io lo toglierei il porta a porta perché non lo riusciamo a fare. Non si riesce a fare. È inutile farlo”. Lo sfogo durante un’assemblea pubblica a Valle Muricana, estrema periferia del territorio, quella che combatte con i rifiuti sversati per strada. Per il presidente però la soluzione non è il porta a porta.

Simonelli però si difende e replica. “La mia era una provocazione. Il porta a porta è indubbiamente una cosa ottima soprattutto per chi fa dell’ambiente e dei rifiuti zero una bandiera. Il vero problema – ha detto il presidente del XV a RomaToday –  è che è stato introdotto in maniera importante quando aziendalmente era insostenibile: ciò è innegabile viste le condizioni di alcune aree dove vige. Per questo se mi dicessero di estendere il porta a porta in un altro quartiere direi di no: a meno di non avere una pianificazione, con mezzi e uomini, che ne garantisca la piena sostenibilità. Non basta introdurre un servizio per fare un passo in avanti, quando poi all’atto pratico – ha concluso – è come se se ne facessero due indietro”.

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