Piazza Navona, ecco perché la festa della Befana è a rischio anche quest’anno

Varchi di accesso per contingentare i flussi, una quarantina di uomini addetti alla sicurezza, estintori e autombulanze sul posto. E’ sul piano sicurezza, quello anti terrorismo da applicare ai grandi eventi, che si gioca la partita per la Befana di piazza Navona, a rischio stop per il quarto anno consecutivo dopo una serie di bandi finiti male, tra proteste e ricorsi, nel tentativo sempre naufragato di restituire qualità e decoro alla festa dei bimbi romani.

Già slittata di una settimana rispetto alle previsioni, e finita al centro dello scontro tra il consigliere Andrea Coia e l’assessore Adriano Meloni, che ha accusato il M5s di andare a braccetto con la storica famiglia di bancarellari Tredicine (vincitori di gran parte dei titoli messi a gara), l’evento natalizio più famoso della Capitale potrebbe saltare nuovamente. Il bando prevede infatti una sorpresa: i costi del piano sicurezza da applicare sulla piazza è a carico degli operatori. Si è parlato di 450mila euro secondo un primo progetto curato da tecnici e consulenti capitolini, cifra insostenibile per i commercianti che hanno rilanciato con un piano alternativo in discussione in queste ore.
Ieri una riunione tecnica con il Comune e una prima cifra ipotetica, 170mila euro, messa sul tavolo dagli operatori. Un notevole ribasso, di circa il 62 per cento, in parte reso possibile dalla scelta di utilizzare forze dell’ordine in congedo (vedi l’associazione regionale del Lazio vigili urbani in pensione), che però devono dimostrare di avere i titoli per la gestione della sicurezza pubblica nei grandi eventi. Perché sugli standard previsti dalla legge è impossibile transigere. I dettagli verranno esaminati oggi durante l’ennesimo confronto nella stanze del dipartimento Turismo, ma prima – intorno alle 13 – gli ambulanti si incontreranno per capire il da farsi. Se (se) il Comune darà l’ok dopo le opportune verifiche, il piano dovrà passare al vaglio della Prefettura nel prossimo comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, che certo non farà alcun tipo di sconto.
Insomma, anche per questa edizione sono giorni di tensione quelli che precedono il taglio del nastro. E se Alfiero Tredicine, presidente di Apre-Confesercenti, sprizza ottimismo – “sono fiducioso, noi il titolo lo ritiriamo” – decisamente meno positivo è il fratello Mario, presidente dell’Updap. “Come faccio a essere ottimista? Ancora è tutto da definire, anche la cifra finale, la sicurezza è una cosa seria, di chi è la responsabilità se succede qualcosa? Dobbiamo fare anche un’assicurazione, e c’è pure a carico il presepe”. Piazza Navona resterà senza la sua Befana? “Faremo di tutto perché non accada. E se dovesse saltare, la colpa non è nostra. Il Comune avrebbe dovuto pagare il piano, non noi”.
E se decidesse di farlo, anche solo parzialmente, per salvare i banchi di addobbi e dolciumi, rischierebbe una pioggia di ricorsi al Tar, da parte di quegli operatori che non hanno partecipato al bando dati gli alti costi previsti a loro carico. Scartata anche la possibilità di organizzare un evento a latere della Befana, pagando la sicurezza su questo e quindi sull’intera piazza. Un’escamotage valutato e scartato. Mentre prosegue l’attacco delle opposizioni al Movimento Cinque Stelle, alla gestione organizzativa del tutto, e allo scontro Meloni-Coia sulla presunta combine tra grillini e Tredicine.

“Come avevamo previsto, nè l’assessore nè il presidente Coia hanno avuto il coraggio di venire a chiarire la scelta dei criteri di partecipazione e qualità per il bando relativo al mercato natalizio” ha dichiarato il presidente dem della commissione Trasparenza Marco Palumbo. “Le loro posizioni così contrastanti mettono in luce proprio le ragioni delle nostre critiche: la bufera scatenata dal metodo #coiadicine, descritto dall’assessore Meloni, e gli operatori riottosi a pagare gli oneri per la sicurezza”. Critiche forti anche da destra. “Il bando è stato fatto male – ha commentato il consigliere di Fdi Maurizio Politi – tutte le indicazioni fornite anche dal nostro gruppo consiliare sono state disattese, così come sulla parte degli stand dedicati alle associazioni siamo al vero e proprio pasticcio amministrativo. Per non parlare della circolare Gabrielli sulla sicurezza degli eventi, al comune fino a poco tempo fa sconosciuta. Nella guerra all’interno del M5S, tra l’assessore al commercio e l’assemblea capitolina, ancora una volta i cittadini rischiano di pagarne le spese”.

In collaborazione con:

 romatoday