Ciclabile del Tevere: una frase di Celentano esprime dissenso

La scritta è stata fatta nottetempo sul manto

Non è andata giù a molti la colata di asfalto che c’è ora alle pendici del Tevere per dare vita alla ciclabile che costeggia il fiume capitolino. O almeno non è andata giù a chi su quell’asfalto ha deciso di scriverci con una bomboletta il suo dissenso usando una frase di Celentano nella celeberrima Il ragazzo della Via Gluck. La scritta cita la seguente frase: “E non lasciano l’erba”.

Ma l’erba lì non c’è mai stata. Almeno queste sono alcune delle parole espresse in un post di facebook di Daniele Diaco,  presidente M5S della commissione Ambiente del Comune di Roma, che ha poi aggiunto “Gli oppositori di Virginia Raggi sono arrivati alla frutta: convinti che il più grande male di Roma sia la ciclabile Tevere. E l’erba di cui scrivono nemmeno c’era, perché la ciclabile è lì da anni.”
Puntuale anche la reazione di Linda Meleo, assessora ai Lavori Pubblici, che sempre sul suo profilo social ha dichiarato: “Abbiamo già iniziato le prove per identificare a stretto giro la tonalità più adeguata. L’obiettivo è ripristinare dopo tanti anni un percorso sicuro per i cittadini che si muovono a piedi e in bici, adulti e bambini, che sia coerente con il contesto storico. Già molte persone, soprattutto in bici, oggi durante le prove hanno espresso soddisfazione per questo intervento”.

Non solo malumori per la ciclabile che è un progetto nato nel 2008 e che adesso vede soltanto un’opera di ripristino e miglioramento. Definita da Carlo Calenda una colata ciclabile, l’iniziativa non è ben accolta da molti altri, tra cui il candidato sindaco e Italia Nostra che in un comunicato ufficiale dichiara ” “Non c’è nessuna giustificazione né ci può essere alcuna assoluzione per la brutalità dell’intervento dell’assessorato alle Infrastrutture di Roma Capitale, per aver devastato le banchine del Tevere – puntando il dito contro il Campidoglio.
Stefano Erbaggi, dell’Esecutivo romano Fratelli d’Italia, si è così espresso ai nostri microfoni: “Il fatto che esistesse già prima è falso nella misura in cui hanno utilizzato bitume stradale, un materiale che non si utilizza per le ciclabili e lo hanno fatto ponendolo sopra dei tratti dove non era presente. Sul travertino è comparso l’asfalto, che tra le altre cose non ha la stessa reazione a contatto con l’acqua. Quindi considerando dove si trova ho forti perplessità sulla durata dell’intervento in caso di piene. Stiamo chiedendo chiarimenti alla sovraintendenza. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per  capire se hanno avuto permessi e chi glieli ha dati. Dire che già esisteva è fuorviante.” 

E intanto tra i dissidenti sui social è di tendenza l’hashtag #nograb accompagnato dallo slogan “Parigi lungo Senna, Roma senza senno”.

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