Nuova ondata di occupazioni scolastiche

Una nuova ondata di occupazioni scolastiche a Roma sta scuotendo il mondo dell’istruzione, con il Liceo Scientifico Newton (viale Manzoni) e il Liceo Classico Visconti (piazza del Collegio Romano, centro storico) presi di mira dagli studenti in protesta nella giornata di oggi, 13 ottobre.

Queste azioni, portate avanti dai collettivi studenteschi, si aggiungono a una lista crescente di istituti occupati nelle scorse settimane, tra cui Rossellini, Cavour, Plauto, Kant, Socrate, Augusto e Tullio Levi-Civita. La mobilitazione si è allargata, coinvolgendo anche le facoltà universitarie di Lettere e Giurisprudenza dell’Università Sapienza.

 

Le Ragioni della Protesta: Palestina e Ddl 1627

 

Gli striscioni, i fumogeni e le bandiere palestinesi alle finestre del Newton e del Visconti rendono chiaro il filo conduttore che unisce gran parte di queste iniziative: la solidarietà alla Palestina e la condanna delle azioni militari.

Oltre al supporto per le cause pro Gaza e pro Flotilla, le organizzazioni studentesche come OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) denunciano aspramente il Ddl 1627. Nel loro comunicato, gli studenti del Newton e del Visconti esprimono contrarietà a questa proposta di legge che, a loro avviso, equiparerebbe l’antisionismo all’antisemitismo e imporrebbe restrizioni sulla libertà di espressione riguardo la Palestina e la critica a Israele nelle scuole.

L’appello è netto: «Soldi alla scuola e non alla guerra!».

 

Lotta per la Palestina Libera: «Non ci fermeremo»

 

L’occupazione è un segnale forte: gli studenti del Visconti hanno diffuso il comunicato «Non dormire», invitando alla vigilanza e alla continuazione della lotta.

Gli occupanti ribadiscono il loro impegno nella lotta contro l’occupazione sionista, promettendo di non fermarsi «fino a che la Palestina sarà libera». La mobilitazione nel mondo dell’istruzione di Roma, dunque, si configura come un movimento studentesco politicizzato che lega le istanze locali, come il finanziamento all’istruzione, alle questioni di politica internazionale, ponendo la questione palestinese al centro della sua agenda.