Valerio Verbano, corona di fiori e bandiere rosse

Un ricordo, quello degli anni di Piombo, che per Bergamo è importante: “Il ricordo di quel momento storico, vicino ma tutto sommato lontano nella prassi, è importante: c’era molta violenza ma c’era anche molta passione da parte delle persone, noi fortunatamente abbiamo debellato la violenza politica ma purtroppo in molti momenti abbiamo perso però la passione”.
“Queste vicende – ha proseguito – ci aiutano a ricordare che se c’e’ una passione a cui è giusto dedicarsi è proprio il cambiamento della propria società che è poi un po’ il mandato che molte persone hanno dato al governo della città”.

Nel pomeriggio, come di consueto, per le vie del quartiere il corteo che ogni anno vede la partecipazione dei militanti di sinistra e di tanti abitanti della zona che non hanno dimenticato la crudele vicenda e la famiglia Verbano.

“A distanza di 37 anni da quell’omicidio rimasto senza colpevoli, daremo corpo ancora una volta, attraversando le strade di quelli che furono anche i sui quartieri, Tufello e Montesacro, ad una memoria e un ricordo che non sono liturgia o reducismo, ma storia viva dei movimenti della città di Roma. Una storia che si è fatta arma da scagliare contro chi ci dice che il fascismo è archiviato, contro chi ci invita alla riconciliazione o ci parla di opposti estremismi.

Oggi, quegli stessi quartieri vogliono raccontare ancora la figura di Valerio Verbano, la sua vita e le sue lotte, una storia orgogliosamente partigiana, che vive ogni giorno negli spazi liberati, nelle battaglie degli studenti e delle studentesse, nelle vertenze per la casa e contro gli sfratti. Così come nelle piazze delle donne che in Italia e in tutto il mondo si ribellano contro il patriarcato e la violenza maschile, urlando da un capo all’altro del globo ‘non una di meno’. Una storia che pulsa in ogni battaglia contro lo sfruttamento per la dignità umana” – hanno scritto i compagni e le compagne di Valerio.

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