Tevere, iniziata l’operazione”banchine pulite”. Ma a Roma Sud resistono le baraccopoli

Le banchine sotto i muraglioni ottocenteschi del Tevere vengono tirate a lucido. La Regione, grazie “ad una buona gestione dei fondi europei”, punta a renderle sempre più pulite ed accessibili.

La manutenzione fino ll’isola tiberina
“C’è un gran lavoro da fare per restituire decoro a questo pezzo importante della nostra Capitale e della nostra Regione” ha sottolineato il governatore Zingaretti commentando l’operazione “banchine pulite”.  A distanza di un anno dall’annuncio del progetto “Fiume Tevere pulito”, si notano gli effetti delle manutenzioni. Le banchine della zona centrale di Roma appaiono in buone condizioni. Un risultato sottolineato dai colleghi di partito, come il parlamentare democratico Emiliano Minnucci. “Mentre ‘Archimede’ Raggi perde tempo a disegnare i bozzetti della funivia su Roma – ha fatto notare il deputato Dem – Zingaretti scende in campo e ripulisce le banchine sul Tevere: con responsabilità e impegno, la Regione Lazio sta sempre più diventando un vero e proprio tutor per la Capitale a cinque stelle”.

Le sponde dopo l’isola tiberina
Se da Roma Nord all’isola Tiberina il Tevere rischia di cambiare davvero pelle, nella parte meridionale della città si assiste ad un destino diverso. I continui sversamenti di rifiuti dalla sponda Ostiense sono una triste realtà. Difficile anche la manutenzione degli argini sul lato del cosiddetto “porto papalino”. Qui, difronte alla futura spiaggia annunciata dalla Sindaca, il degrado continua a rappresentare l’elemento maggiormente caratterizzante. Come ha documentato in un video il presidente della gruppo GSS della Protezione Civile, gli insediamenti abusivi nella zona appaiono consolidati. Ed i tanti rifiuti accumulati spesso per recuperarne le parti metalliche, “con la piena del Tevere vengono portati nel fiume e da lì finiscono nel mare”. In definitiva se fino all’isola Tiberina la riqualificazione delle banchine procede a buon ritmo, la parte meridionale del fiume  continua a convivere con i problemi di sempre. Un peccato visto il valore naturalistico ed archeologico che l’area riveste.

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 romatoday