La Faraona e i nodi del M5s romano

Una candidatura come tante”. E’ fredda Virginia Raggi nel commentare la candidatura di Roberta Lombardi alle regionarie del Movimento Cinque Stelle. Pochi secondi per certificare il segreto di pulcinella, ovvero la difficile convivenza con la parlamentare e possibile candidata alla corsa alla Pisana. Una candidatura che Raggi e i suoi avevano a lungo sperato non si concretizzasse. Ora però bisogna farci i conti anche perché quella della Faraona (soprannome con cui è famosa la parlamentare nel M5s di Roma) è una candidatura forte che, secondo i pronostici, sfocerà nell’investitura ufficiale nella rete a sfidante di Zingaretti e del centrodestra.

Un nome forte che però non ha la strada spianata, anzi. Non c’è infatti solo la Raggi e il suo cerchio magico a non aver esultato per la discesa in campo della Lombardi. La base grillina e gran parte degli attuali consiglieri regionali e comunali da tempo hanno, per motivi diversi, conti in sospeso proprio con lei e per questo le regionarie potrebbero costituire un momento in cui mettere in discussione una leadership romana che va avanti ormai da anni.

Perché la Lombardi non piace a tutti?

Una messa in discussione che si potrebbe concretizzare se non nella sconfitta, in una vittoria risicata nei confronti dei rivali. Un modo per dirle insomma che i tempi in cui imponeva – era febbraio 2013 – il suo protetto, cambiando le regole all’ultimo, a candidato sindaco, sono finiti; o anche per dire che le faide alimentate nei vari municipi in questi mesi non sono piaciute affatto; o ancora che nel frattempo a Roma e nel Lazio qualcuno, invece di alimentare odio e coltivare il proprio potere, ha lavorato. 

Ecco perché il voto per le regionali potrebbe rappresentare una sorta di conta dei malumori interni. Un tutti contro tutti in cui gli equilibri interni, mai come ora, sono complicati. 

Il Campidoglio tace

“Roberta? E’ probabile che vinca, ma non è così sicuro”. A parlare è un consigliere comunale. Lo fa in anonimo perché la consegna da parte dei vertici è quella di non commentare la candidatura della “Faraona”. Rocco Casalino e la Casaleggio sanno infatti che in Campidoglio la candidatura della Lombardi fa storcere il naso a più di qualcuno. In questi 14 mesi lei e i suoi uomini, in Campidoglio come nei municipi, sono visti come la causa delle maggiori fibrillazioni e di alcuni sgambetti importanti nei confronti della Raggi. Certo non manca anche chi le riconosce una lungimiranza nella visione. E’ ovviamente la componente lombardiana più forte, quella che ha in Marcello De Vito e Paolo Ferrara i due big e quella che ha provato a mantenere, con non poche difficoltà, i contatti con la base elettorale costruita dalla Faraona. Un bacino elettorale che, complici le dichiarazioni e le politiche messe in atto dalla giunta Raggi, è ad oggi ostile al movimento. Parliamo dei truffati dei piani di zona, dei Movimenti di lotta per la casa, del sindacalismo di base, del sindacalismo Atac, in passato vicini al M5s ed oggi delusi e lontano dai grillini. 

Il modello Pomezia

Al momento in campo, oltre alla Lombardi, c’è Valentina Corrado, consigliera regionale uscente ed espressione del famoso modello Pomezia che tra gli attivisti, non solo nei confini del Lazio, viene visto come un esempio da seguire. La Corrado potrebbe raccogliere i voti della base e quelli al di fuori di Roma. Si vota infatti per il Lazio e la consigliera ha lavorato, e bene, nelle altre province. Su Roma a garantirle un pacchetto di voti, oltre alla protesta anti Lombardi, c’è Fabio Massimo Castaldo europarlamentare ed ex membro del minidirettorio. 

Gli attivisti delusi

Sulla Corrado potrebbero confluire i voti degli attivisti delusi. Tra loro forte è il malumore contro la Faraona. Un malumore figlio di anni di gestione partitocratica del movimento romano. Tra le contestazioni, secondo quanto risulta a RomaToday, c’è la candidatura di Marcello De Vito del 2013; c’è una visione accentratrice dell’attivismo negli anni di opposizione di Marino; c’è un mancato riconoscimento dell’attivismo stesso nel momento delle candidature del 2016; c’è il “lavoro sporco” sottotraccia nei municipi per spaccare le varie giunte.

Le regionarie rappresentano quindi un momento per lanciare un messaggio a “Roberta la Faraona”, ma anche all’attuale inquilina numero uno del Campidoglio. 

Un nome di riferimento per gli attivisti

Non è escluso che tra gli attivisti delusi spunti per questo un nuovo nome. Per questo, nonostante le smentite del diretto interessato, ci sarebbe un forte pressing sull’ex assessore al bilancio Andrea Mazzillo. Ormai in rotta con la Raggi, ma non fuori dal Movimento, Mazzillo non ha negato gli apprezzamenti per la Lombardi. In una recente intervista alla Dire ha smentito una sua diretta discesa in campo: “Personalmente al momento sto facendo altro. Mi sto occupando di ristabilire quello che ho notato mancare durante la mia esperienza, ovvero il rapporto tra la base del Movimento, quella che sarà il riscontro elettorale di Roberta Lombardi, con i portavoce. Ripristinando, ovvero, quel ruolo che è stato importantissimo in campagna elettorale di connessione diretta con la base, gli attivisti, che fa parte geneticamente del M5S”. Nessuna intenzione, quindi, di scendere in campo in prima persona: “In questo momento no, nella mia logica di rappresentante la priorità è quella che ho detto, il resto si vedrà. Comunque mancano ancora molti mesi”. Una porta semi aperta alla candidatura c’è quindi. Porta che diventa aperta secondo più fonti qualificate che RomaToday ha potuto sentire. 

Quanto conta la Raggi nel Movimento romano?

In questo clima c’è anche da capire e pesare la componente raggiana. Il cerchio magico disarticolato, con i fedelissimi depotenziati, farebbero pensare ad un peso ormai ridotto al lumicino. In realtà sottotraccia si prova a compattare un gruppo di potere che può contare su altri parlamentari romani, ufficialmente vicini alla Lombardi, ma ai quali non dispiacerebbe farle uno sgambetto. Una componente vigile che, a candidatura ufficializzate, vaglierà chi appoggiare. 

Insomma per Roberta Lombardi ottenere il ruolo di sfidante di Nicola Zingaretti non sarà una passeggiata. 

In collaborazione con:

 romatoday