Scroccopoli assegnazione alloggi 2017: unione inquilini asia usb

Altri cinquantacinque alloggi popolari assegnati nell’ultimo mese. In un anno e mezzo sono stati oltre 750, più di cinquecento solo nel 2017. Il doppio rispetto alle assegnazioni maturate nel 2014 e nel 2015. Un’inversione di tendenza, che l’amministazione pentastellata sventola come il frutto di un’azione di contrasto a “scroccopoli”.

La mappa degli scrocconi

“È un risultato significativo. Stiamo finalmente riportando giustizia alle famiglie oneste che aspettano la casa popolare in graduatoria sin dal 2000, nell’inerzia delle precedenti Amministrazioni” ha commentato la Sindaca. Grazie ad “un censimento da poco completato” degli alloreggi in Edilizia Residenziale Pubblica di Roma Capitale, il Campidoglio ha potuto  disporre di “una mappa precisa”. Torna utile per “liberare le case popolari occupate da chi non ha titolo e consegnarle contestualmente a chi ha diritto e bisogno”. Un giro di vite su controlli e conseguenti assegnazioni attraverso cui porre fine a scroccopoli. E’ questa la strada intrapresa dai cinque stelle per recuperare 2000 alloggi abitati “da persone con redditi alti” o che dispongono di altri immobili di proprietà.

Le mille sfaccettature di “scroccopoli”

Nella narrazione grillina, prevalgono le iperboli, i casi limite. Gli esempi estremi come quello della “famiglia con redditi da 90mila euro e la porsche”. O ancora quello della persona trovata con 18 immobili di proprietà. Ma non è certo l’unico modo di raccontare il delicato fenomeno dell’emergenza abitativa. “A noi questa lettura non convince – commenta Angelo Fascetti, di Asia Usb – perchè mentre si parla degli scrocconi, poi vengono sgomberati gli anziani. Com’è accaduto di recente a San Basilio o a Tor Bella Monaca”. L’analisi del fenomeno dell’emergenza abitativa, attraverso una lente che ingrandisce solo gli esempi di quanti hanno “cabine armadio hollywoodiane“, rischia di far perdere di vista il quadro d’insieme. “Dietro questa campagna c’è un attacco ai settori più poveri della città. Ma non sanno di chi parlano. Si considerano senza titolo persone a cui è stata cancellato il regolare contratto di assegnazione ottenuto dieci anni fa, perchè il dirigente che ha firmato non aveva titolo a farlo. Parliamo di ben 306 famiglie. E questa non può essere scroccopoli”.

Conti alla mano

I numeri dell’offensiva grillina, sono comunque importanti. Liberano molti alloggi tra i circa 25mila realizzati in Edilizia Residenziale Pubblica. Ma se i cosiddetti “scrocconi” sono solo duemila, allora la misura intrapresa rischia di essere insufficiente.  “Tornare in possesso di alloggi da riassegnare, non è sbagliato in linea di principio. Ma non basta” osserva Massimo Pasquini, dell’Unione Inquilini. “Conti alla mano, a Roma ci sono 11268 persone che, al 31 dicembre 2016, hanno fatto domanda di un alloggio. Se si procede a riassegnare 4-500 appartamenti l’anno, ci vorranno tre decadi”.

Ater e Comune

A dover offrire una risposta alle persone in lista d’attesa, non c’è soltanto il Comune. La maggior parte degli alloggi popolari sono infatti in mano all’Ater, che continua a navigare in cattive acque. Ne gestisce quasi il doppio rispetto al Campidoglio, con percentuali di morosità e di occupazioni abusive impressionanti . Volendo però limitare il discorso ai 25mila appartamenti realizzati in E.R.P. e gestiti da Roma Capitale “è evidente che bisogna aumentare l’offerta. Anche recuperando qualche migliaio di appartamenti – valuta l’Unione Inquilini – non si arriva ad affrontare il problema in maniera strutturale”.

Le soluzioni strutturali

Per riuscirvi occorre aumentare l’offerta di alloggi, ad esempio applicando la legge Sblocca Italia: “all’articolo 26 comma uno bis, prevede che il Comune possa chiedere al Demanio immobili a titolo gratuito, da destinare a persone in graduatoria o che sono morosi incolpevoli. Esiste già da quattro anni questa possibilità – sottolinea Massimo Pasquini –  ma non è stata presa in considerazione neppure dalle precedenti amministrazioni. Un altro modo per affrontare il problema, è quello di applicare la circolare diramata dal ministro Minniti il primo settembre 2017. Prevede che sia chiesto al Prefetto una mappatura degli immobili pubblici e privati che sono liberi, al fine di un loro utilizzo. Queste sono le misure da adottare, nel pieno rispetto delle leggi. Sosteniamo le azioni intraprese dal Campidoglio, ma da sole non bastano“.

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