Sciopero giovedì 17 gennaio a Roma: gli orari e le motivazioni

Il primo sciopero del 2019 arriverà giovedì prossimo, 17 gennaio. Due stop, uno di quattro ore l’altro di 24, indetti rispettivamente dai sindacati Usb e da Orsa. Entrambe le agitazioni hanno per oggetto “la sicurezza e la salute dei lavoratori”. Nel corso dello sciopero saranno comunque assicurate le fasce di garanzia: servizio regolare, quindi, dall’inizio delle corse diurne e fino alle 8.30 e poi ancora dalle 17 alle 20. Possibili stop, invece, al di fuori di queste fasce.

Gli orari dello sciopero di giovedì
Le motivazioni dello sciopero di Orsa
I lavoratori aderenti al sindacato Orsa si fermano per 24 ore. “Un anno e mezzo. Tanto è passato da quando è stata effettuata l’ultima attività di depolverizzazione nelle gallerie delle metropolitane”, si legge in un comunicato. “Situazione che ci ha indotto già oltre un anno fa a presentare un esposto presso la Procura, vista l’essenzialità di tale attività in ambienti dove si concentrano polveri, sottili, grafite, ferro e altri inquinanti potenzialmente cancerogeni come la polvere di silice causata dalla sabbia usata per le frenature. Ad oggi,nonostante l’appalto concluso e le rassicurazioni dell’Atac l’attività non è ancora ripresa, costringendo il personale, in primis macchinisti (che scontano anche l’assenza di pause nei turni di condotta), agenti di stazione e operai, a lavorare per ore in ambienti malsani e nocivi per la salute, come rilevato anche in una recente indagine condotta dall’associazione AriAmbiente”.

“Altro tema cruciale”, continua il sindacato, “su cui da anni portiamo avanti una battaglia è la sicurezza dei lavoratori front line di Atac, sempre più spesso vittime di aggressioni per il solo fatto di indossare una divisa, individuati a torto dalla cittadinanza come capro espiatorio di un servizio non all’altezza di una capitale europea. Disservizi portati all’attenzione di tutte le istituzioni e di cui i lavoratori sono i primi a subirne le conseguenze, dai bus che vanno a fuoco (sono già due nel 2019), alla mancanza di mezzi, alla vetustà di quelli in circolazione soprattutto su linee di superficie con vibrazioni ed eccessiva rumorosità di molte vetture in circolazione e su ferrovie concesse vista l’inaffidabilita’ dei molti materiali ferroviari in uso; senza dimenticare i riflessi che tutto questo ha sulla salute degli stessi dipendenti con un netto aumento delle malattie professionali. Nonostante la piaga delle aggressioni sia ormai diventata una vera e propria social crisis si continuano a far circolare mezzi con il pulsante di emergenza guasto, o a lasciare il personale di stazione da solo anche nella delicata fase di apertura e chiusura delle stesse. Sicurezza messa in secondo piano anche sulla metro C dove il personale, addetto a una pluralità di mansioni vista la peculiarità della linea, non viene sottoposto alle necessarie attività formative nonostante siano previste anche da un accordo tra Atac e Ustif, e sulle linee metroferroviarie, con il restringimento dei presidi in particolare di DL e manovratori”.

Le motivazioni del sindacato Usb
Si ferma invece per quattro l’Unione sindacale di base. “Da tempo l’Unione Sindacale di Base chiede all’azienda più sicurezza”, si legge in una nota. “Da tempo denunciamo le problematiche che affrontano i colleghi del frontline nel gestire il proprio lavoro, problematiche cadute nel dimenticatoio nell’azienda Atac, causa il dissesto finanziario creato ad arte da politica e dirigenti incapaci. Problemi che i lavoratori affrontano tutti i giorni per far funzionare un azienda che solo grazie a loro riesce a dare quel minimo di servizio di cui la cittadinanza puo’ usufruire. Denunciamo da tempo le problematiche che un autista, un macchinista o un tramviere vive quotidianamente, affrontando le giuste lamentele degli utenti sullo scarso servizio offerto; basterebbe effettuare un intero turno di servizio per comprendere meglio le condizioni da terzo mondo in cui operiamo; vivere la difficoltà della viabilità, il problema indegno dei servizi igienici assenti e/o del tutto inadeguati, le specifiche difficoltà del personale femminile, i problemi che affrontano le squadre dei verificatori e dei lavoratori della sosta, che spesso vengono aggrediti, il problema di operai e macchinisti che operano in gallerie malsane, problema sul quale la Procura sta indagando per verificarne le responsabilità. Inoltre, nell’accordo del novembre 2017 inserendo le 39 ore settimanali per aumentare la produttività e, quindi i carichi di lavoro, era previsto di inserire la così detta job-rotation per i conducenti per garantire il recupero psicofisico e la prevenzione delle patologie professionali riscontrate sempre piu’ con maggiore frequenza; nulla è stato fatto in tale direzione, come nulla è stato fatto nel merito della formazione per aggiornare AdL e Ds in metro C. Intanto gli autobus vecchi e con centinaia di migliaia di chilometri effettuati sulle strade di Roma continuano a bruciare. Serve nel più breve tempo possibile ringiovanire la flotta, Atac non puo’ andare avanti solo con le dichiarazioni, servono fatti e impegni immediati, perchè non è possibile accettare solo l’aumento dei carichi di lavoro senza avere mezzi che permettano di dare un servizio efficiente. I lavoratori vogliono sicurezza, salute e un giusto salario”.

 

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 romatoday