Monteverde, amianto nella scuola Crispi: 600 alunni tornano a casa

La scuola chiude “per amianto” e seicento studenti restano a casa. Succede all’istituto comprensivo Oriani, ex Francesco Crispi di Monteverde Vecchio, a due settimane dalla prima campanella del nuovo anno. Nella tarda serata di ieri la comunicazione del municipio alla preside: nel perimetro dell’edificio persistono manufatti in eternit, le attività didattiche sono sospese. Ma come ci sono finite delle lastre di materiale cancerogeno dentro una scuola e per quale ragione non si è proceduto, con urgenza, allo smaltimento ben prima della riapertura della struttura? Facciamo un passo indietro.

La storia dell’amianto mai smaltito

I vecchi cassoni d’acqua in cemento e amianto sono presenti da tempo nell’edificio scolastico. A giugno scorso l’avvio dei lavori di rimozione grazie a fondi stanziati dalla regione Lazio nel 2015. La ditta procede con la raccolta, l’incapsulamento (operazione per ridurne i danni) e lo stoccaggio nel cortile dell’istituto. Ma il 12 settembre, con una lettera protocollata, il direttore del municipio informa la dirigente scolastica: i lavori di rimozione sono sospesi, il materiale tossico rimane nel cortile e il cortile dev’essere necessariamente chiuso. Si invita poi la scuola a far sì che gli studenti stiano lontani dall’area “onde evitare pericoli”. Per gli alunni quindi niente ricreazione. Cosa è accaduto? 

Parte il fitto carteggio. Il 20 settembre gli uffici del municipio contattano la ditta per chiedere spiegazioni, ma è la Asl il 21 a diffidare la stessa ditta a procedere con la bonifica (scade oggi a mezzanotte il termine fissato di cinque giorni), a seguito di un esposto dei genitori. Il 23 settembre la risposta dell’azienda: “Con la presente si comunica che provvederemo al carico, al trasporto e al conferimento al centro di stoccaggio indicato sul piano di lavoro dei manufatti in cemento amianto presenti nel cantiere”. Il 23 però gli operai si limitano a entrare a scuola e a spostare il materiale incapsulato sul terrazzo, il più possibile lontano dagli studenti. Nessuno lo porta via. E gli amministratori Cinque Stelle cadono dalle nuvole. 

Sui social network sostengono di aver appreso dello spostamento dell’amianto da genitori e insegnanti. “Tal iniziativa non ha avuto alcuna autorizzazione” scrive il presidente della commissione Scuola Domenico Basile sul suo profilo Facebook nella giornata di domenica. E ancora domenica, in tarda serata, l’ennesima comunicazione dell’assessore ai Lavori Pubblici della giunta Crescimanno Valerio Andronico alla presidente dell’istituto, stavolta per richiedere la chiusura della scuola, un sopralluogo della Asl, e la valutazione “del peso dei materiali rispetto alla portanza del solaio del terrazzo”.  

Il botta e risposta sui fondi 

Per quale ragione i lavori a metà settembre sono stati sospesi? Secondo quanto comunicato (a voce) dal municipio, non sarebbero arrivati i fondi dalla regione Lazio. Ma dalla Pisana arriva la risposta, carte alla mano. Con una nota protocollata il 22 settembre l’assessore regionale Alessandra Sartore fa presente a Roma Capitale che l’ultima tranche di finanziamenti (506mila euro) per la messa in sicurezza della scuola non è stata ancora emessa, “a causa del mancato invio della documentazione richiesta”. Dal municipio non sono arrivate le carte richieste, i soldi non sono stati erogati, la ditta non è stata pagata, con conseguente interruzione del cantiere. 

La polemica

“Questa amministrazione non riesce a smaltire l’amianto e chiude la scuola Crispi” commenta il consigliere del Pd Lorenzo Marinone. E lo fa “senza avvertire le famiglie, creando un enorme disagio”. Segue il consigliere regionale Eugenio Patanè che in relazione alla comunicazione dell’assessore Sartore “declina ogni responsabilità della regione sulla liquidazione nei tempi dei fondi previsti”. 

“Una vicenda surreale” per i consiglieri di FdI Giovanni Picone, capogruppo, e Marco Giudici, vicepresidente d’aula, “gestita senza criterio e con l’incapacità che caratterizza il M5S, responsabile di aver abbandonato la scuola per due settimane in balìa del materiale potenzialmente cancerogeno che era stato lasciato all’interno del cortile, a due metri dalla finestra di una classe”. “La vicenda della Crispi è gravissima – dichiara un una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia – faremo un esposto alla procura ed all’Osservatorio Nazionale Amianto perché è inaccettabile far correre certi rischi ai bambini e per obbligare il municipio a fare una bonifica urgente”

In tutto questo era il 15 settembre, a scuola già iniziata, quando il presidente della commissione Scuola Domenico Basile, su Facebook, esultava: “Grande festa per l’inizio del nuovo anno, senza più amianto!”. Anche i genitori erano stati informati dagli amministratori grillini del municipio che la scuola era stata “ripulita”. L’amianto invece era ancora abbandonato nel cortile. 

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