MAXI SEQUESTRO: VENDEVANO SOUVENIR DEL PAPA MADE IN CHINA

Calamite, quadretti, adesivi, braccialetti, portachiavi raffiguranti Papa Francesco, questo il bottino che avrebbe potuto fruttare a due cinesi proventi per circa 1,7 milioni di euro. Il magazzino scoperto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nel rione Borgo era un negozio autorizzato alla vendita di gadget ma non di souvenir contraffatti.

Il commercio illegale è stato scovato dai Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, in Zona Porta Maggiore, il reparto della Guardia di Finanza che svolge attività di controllo sul territorio. In occasione del Giubileo della Misericordia, la componente di finanzieri – inserita nel piano Giubileum di lotta all’abusivismo commerciale e alla contraffazione – ha monitorato gli obiettivi sensibili del centro storico: sei giornate lavorative dedicate a ottenere informazioni riguardo ai prodotti made in China venduti ai turisti. Nell’ambito di queste indagini, i Baschi Verdi hanno fermato un furgone per un controllo di routine, condotto da un cinese, che riforniva un magazzino. Grazie alle informazioni rilasciate dall’autista, i finanzieri sono risaliti a ritroso nella filiera distributiva giungendo al centro di smistamento in via Borgo Vittorio. Il flusso elevato di turisti che si dirigeva al negozio, ha portato ad effettuare un controllo presso il locale a pochi passi dal Colonnato di Piazza San Pietro. Nella struttura è stata rinvenuta merce esposta non autorizzata dall’Osservatore Romano, vi erano oggetti con l’effige del Papa, in difetto di qualsiasi autorizzazione (violando la legge sul copyright), e souvenir contraffatti. Inoltre, la perquisizione ha portato alla scoperta di una piccola porticina occultata da un mosaico in tessuto che portava al magazzino “made in China”: al suo interno 340 mila souvenir “sacri” contraffatti.

Tre persone, tutte di nazionalità cinese, sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per contraffazione, ricettazione e violazioni alla normativa sul c.d. “diritto d’autore”.
“Le indagini continuano, stiamo monitorando negozi gestiti da italiani che bonariamente acquistano questi oggetti attirati dal prezzo inferiore rispetto a quello del prodotto originario”, afferma il Tenente Giuliano Russo.