Mafia ad Ostia, condanne per il racket nelle case popolari

Minacce, violenze, sfratti forzosi dalle case popolari e una gambizzazione, il tutto messo in atto con l’aggravante del “metodo mafioso“. Ad essere riconosciuti colpevoli di tali reati sette appartenenti alla famiglia Spada di Ostia. Condanne che sommate superano i 50 anni di carcere. La sentenza da parte della IV Sezione del Tribunale di Roma presieduta da Laura Di Girolamo. 

Condanne alla famiglia Spada

Nello specifico ad essere condannati sono stati Massimiliano Spada (13 anni ed 8 mesi di carcere), Ottavio Spada (5 anni),  Maria Dora Spada (7 anni e 4 mesi), Massimo Massimiani (11 anni), Davide Cirillo (6 anni e 4 mesi), Mirko Miserino (6 anni e 4 mesi) e Manuel Granato (6 anni e mezzo).

Operazione Sub-Urbe 

I pubblici ministeri di Roma Ilaria Calò ed Eugenio Albamonte a giugno scorso avevano chiesto condanne per quasi cento anni di reclusione per sette esponenti della famiglia e alcuni “affiliati”, finiti in carcere nell’aprile del 2016 nell’operazione dei carabinieri ‘Sub-Urbe’.

Racket delle Case Popolari ad Ostia 

Un blitz, quello, che portò alla luce il racket delle case popolari, usate per gestire il traffico di droga sul litorale romano, ma anche una serie di episodi di violenza e di usura. E tutto con l’aggravante del metodo “mafioso“.  Le indagini scattarono dopo il ferimento di Massimo Cardoni, uno dei soggetti del sotto-clan cosiddetto dei ‘Baficchio‘, legati agli Spada. L’uomo fu colpito da due proiettili un pomeriggio d’ottobre del 2015  davanti a un supermercato del lido. Oggi la sentenza con condanne per oltre 50 anni di carcere.

 

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