Carte d’identità, il calvario continua

“Mi scusi, per la carta d’identità?”. Lo chiedono quasi tutti gli utenti, in fila allo sportello anagrafico di via Benedetto Croce 50, municipio VIII. E la risposta si ripete: “C’è il nuovo sito del ministero, deve prendere appuntamento”. Che detto così sembra quasi semplice. Ci pensa poi il cartello appeso al muro, dietro il punto informativo, a gettare i più nello sconforto: non ci sono disponibilità fino al 2 novembre 2018. E anzi, Garbatella risulta uno dei pochi municipi dove, almeno, si vede luce in fondo al tunnel. La stragrande maggioranza delle ex circoscrizioni non ha disponibilità. Chiediamo la ragione a un dipendente, che ci liquida con poco: “Lo vede quanti siamo? Cinque, sei. E sa quanta richiesta c’è?”.

Lo immaginiamo, ma più che la richiesta è la nuova modalità elettronica, obbligatoria nel Comune di Roma dal 2015, ad aver mandato in tilt il sistema. Se infatti da tre giorni è attivo il nuovo sito del Ministero dell’Interno – tra navigazione lentissima e continui logout – i tempi d’attesa eterni c’erano anche con la piattaforma web TuPassi, rimasta in funzione per gli altri servizi e certificati. Ancora gli uffici devono smaltire centinaia di appuntamenti.”Abbiamo incontrato un sacco di ostacoli con la nuova procedura. Sono pochi i computer che funzionano” ci spiega un dipendente. Servono postazioni specifiche con stampanti multifunzione. Il Comune ha chiesto nuove forniture e qualcosa è arrivato. Ma ancora in numero non sufficiente a velocizzare le pratiche.

“Ho provato a prendere un appuntamento in via Goito (II municipio, ndr) e ne ho trovato uno il 29 novembre” ci racconta Loredana, 50 anni, in fila col marito all’anagrafe di via Petroselli. Non ha altri documenti e deve partire. In questi casi si torna indietro al modello cartaceo. Per le urgenze (che comunque vanno documentate ad esempio con la prenotazione del viaggio eventuale, o con la denuncia in caso di furto o smarrimento), è sempre possibile averlo. “Magari potessimo rifare solo quelle di carta, era molto meglio” si sfoga dietro il vetro Annamaria (nome di fantasia, ndr), una dipendente di via Dire Daua, municipio II. Lamenta le condizioni di lavoro, alle prese non solo con gli intoppi del nuovo sistema, ma anche con la rabbia degli utenti. “Ha visto che ci sono stati errori nei chip? Non sa che scene, come mi hanno trattato”.

Già, come se non bastasse c’è chi tra i fortunati che nei mesi scorsi è riuscito ad avere il documento ha anche ricevuto una lettera dal Viminale: nei dati del chip ci sono degli errori che potrebbero creare problemi per l’espatrio. Ma all’errore tocca rimediare da soli. “Devo rifare tutto da capo, per uno sbaglio loro devo rifare tutta la trafila” racconta il signor Angelo. Idem per Roberto, che invece ci ha inviato via mail una segnalazione con lettera allegata: “Ti dicono che te la sostituiscono ma devi riprendere appuntamento. Riparti da zero. L’unica cosa che cambia è che non ripaghi”. E meno male visto che costa quattro volte quella vecchia: 22 euro contro i 5,40 di quella vecchia. Che andrebbe bene, se non ci volesse una stagione per averla.

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