Campi rom, i minori vanno a scuola sempre meno

Tra gli obiettivi c’era quello di “favorire i processi di scolarizzazione dei bambini rom, sinti e caminanti, promuovendo l’accesso alle scuole di ogni ordine e grado”. Lo garantiva la sindaca Virginia Raggi, illustrando a maggio 2017 il piano rom appena licenziato dalla giunta, quello per la progressiva chiusura dei campi che a quasi un anno di distanza sta presentando più criticità che risultati concreti. Perché non solo i “villaggi attrezzati” sono ancora tutti in piedi (l’iter per lo smantellamento è stato avviato solo a La Barbuta, mentre è fallito per il Camping River), ma i bimbi vanno a scuola sempre meno, come dimostrano i dati forniti nel rapporto annuale dell’associazione 21 luglio.

Un calo di quasi il 50 per cento degli iscritti tra il biennio 2015-2016 e quello in corso, 2017-2018. Due anni fa il numero dei bimbi registrati alla scuola dell’obbligo era di 1.972 unità, oggi di 1.025. Meno 947 iscritti. Nel dettaglio per quanto riguarda l’anno accademico che terminerà a giugno i minori rom presenti negli insediamenti formali e “tollerati” iscritti alla scuola dell’obbligo sono così suddivisi: 84 alla scuola d’infanzia, 612 alla scuola primaria, 328 alla scuola secondaria di primo grado e solo 1 alla scuola secondaria di secondo grado. La baraccopoli con il risultato peggiore è proprio La Barbuta, dove è stato appena assegnato il bando per la gestione provvisoria e parallela chiusura, alla Croce Rossa di Roma: qui la percentuale di iscritti a scuola è scesa del 64 per cento, a fronte di una diminuzione minima (4 per cento) dei residenti nell’insediamento. E ancora abbiamo meno 55 per cento di iscritti a Lombroso (dove la popolazione è invece aumentata del 19 per cento), meno 50 a Salone, meno 39 a Salviati. I dati dei 6 insediamenti formali e degli 11 cosiddetti “tollerati”, si somigliano tutti. Tutti a due cifre e tutti specchio di un preoccupante impoverimento sul fronte educativo.

Un risultato figlio dell’assenza ormai da due anni del servizio di scolarizzazione, interrotto dall’amministrazione di Ignazio Marino e mai più riconfermato. Se infatti fino al 2015 le cooperative si occupavano dell’accompagnamento dei minori e della mediazione culturale tra famiglie e insegnanti, ad oggi c’è solo un servizio navetta per il trasporto dai campi alle scuole. Una scelta arrivata subito dopo lo tsunami dell’inchiesta Mafia Capitale che ha messo tra i temi al centro del dibattito anche la gestione dei campi rom.

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