Appena approvato, ma già da rivedere: Ama boccia il suo piano rifiuti

Da rivedere. Il Piano industriale di Ama approvato il 4 maggio scorso dall’ormai ex amministratrice unica Antonella Giglio è da correggere. Lo ha fatto sapere la municipalizzata, con un consiglio d’amministrazione fresco di nomina, in una nota diramata ieri in tarda serata al termina di una giornata di polemiche in merito. I contenuti del documento di 98 pagine erano stati diffusi lunedì dalle consigliere del Partito Democratico Valeria Baglio e Ilaria Piccolo, ottenuto in seguito di un accesso agli atti. Portando al 29,4 per cento “l’autonomia industriale” Ama “continuerà a versare soldi nelle casse dei privati” una delle critiche mosse.

Ieri sera la precisazione della municipalizzata: “Il Consiglio di Amministrazione di Ama S.p.A. ha analizzato le prime priorità su cui intervenire per garantire servizi ambientali adeguati ai cittadini di Roma Capitale. Tra di esse la rivisitazione del Piano Industriale, mancante del supporto della Scuola Agraria del Parco di Monza, struttura valutata di eccellenza a livello della UE” si legge nella nota. “Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di concentrare il proprio impegno sulla difficile situazione economico finanziaria, sulla organizzazione delle divisioni Ama di Municipio per ottimizzare raccolta differenziata e pulizia in un rapporto più stretto con il territorio e i cittadini”.

Attaccano le consigliere: “Un Piano Industriale tutto da rifare” scrivono in una nota. “Ma ora la toppa che vogliono mettere è peggiore del buco. Si parla della Scuola Agraria del Parco di Monza quale supporto per il nuovo Piano. Ci chiediamo a che titolo viene inserita nel nuovo Piano la Scuola di formazione del Parco di Monza, un Ente di Ricerca ma pur sempre privato. E quanto costerà ai romani la nuova consulenza dopo quella di Axteria, aggiudicata con gara, dopo quella del dottor Roberto Cavallo scelto dalla Sindaca, e quella del consulente voluto dall’assessore alle Partecipate Massimo Colomban. Tutte consulenze esterne utilizzate per l’ultimo Piano industriale con compensi elevati. E’ già stata preparata una gara per il nuovo affidamento?”. E ancora. “Ricordiamo al nuovo cda che nella nostra stessa Regione ci sono realtà pubbliche che meritano di essere valorizzate, dai dipartimenti di Biologia e Chimica delle Università romane alla Facoltà Agraria di Viterbo, per fare alcuni esempi. Ma il tema è sempre uno. Il M5S che governa la citta’ deve fare essenzialmente una cosa: assumersi la responsabilita’ di chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma, un obbligo di legge, e nel Piano scrivere come”.

Il piano di Giglio aveva ricevuto anche l’opposizione del sindacato Fp Cgil di Roma e Lazio. “Sugli impianti gli unici investimenti sono quelli che riguardano la differenziata, mentre sul trattamento dell’indefferenziato il piano non fa alcun cenno e la cosa ci preoccupa. Così stiamo puntando a una piccola Ama, sempre sotto ricatto dei privati. Non si rende l’azienda autosufficiente” ha scritto in una nota Natale Di Cola, Segretario Generale della Fp Cgil Roma e Lazio. “Resta inascoltata la nostra denuncia sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti, i famosi Tmb, e sulla necessità di metterli in sicurezza per farli continuare a funzionare, tutelando gli operai e i cittadini”.

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