Alle Torri è emergenza rifiuti

Cresce l’esasperazione nelle periferie e inevitabilmente sfocia in protesta come nel quartiere Colle Prenestino quando ignoti nella notte tra martedì e mercoledì hanno rovesciato per strada i rifiuti. E non è questo l’unico quartiere delle Torri a denunciare comuli di spazzatura per strada, topi, odori nauseabondi. Da un estremo all’altro del Municipio, c’è agitazione, insofferenza e rabbia.

Da Torre Angela a Corcolle passando da Colle Prenestino e Castelverde

Torre Angela puzza”. Un commento secco e esplicativo quello di Roberto, un residente del quartiere: “Fino a poco tempo fa erano i marciapiedi ad essere invasi dai rifiuti, oggi abbiamo le strade sommerse, camminare a piedi è impossibile, come via del Torraccio di Torrenova, via Manfredini, via Agostini, insomma uno scempio ovunque”. Ha puntualizzato: “La raccolta differenziata è stata la scelta peggiore degli ultimi cento anni”.

Nel vicino quartiere Tor Bella Monaca, alcune strade regalano vere e proprie cartoline di degrado, come via Michele Bonori dove i sacchi di spazzatura sono ammassati sopra i cassonetti della raccolta differenziata stradale. Basta spostarsi di qualche chilometro e raggiungere il quartiere di Corcolle per capire che anche qui la situazione non è migliore rispetto al vicinato: “L’indifferenziata non viene raccolta da tempo, odori nauseabondi ormai si avvertono in molte delle nostre strade”, ha puntualizzato Emilio Tora, un residente.

A Colle Prenestino invece l’insofferenza è diventata protesta perché nella notte tra martedì e mercoledì ignoti hanno rovesciato per strada i rifiuti non raccolti da settimane bloccando quindi viale Nusco. Un malessere che i residenti denunciano da tempo, anche attraverso il nostro giornale. “Il sistema differenziato con la raccolta porta a porta a Colle Prenestino è un totale ed inequivocabile fallimento – ha commentato Pasquale Gallinelli, presidente del comitato di quartiere Colle Prenestino – Purtroppo la mancata programmazione di un progetto molto articolato e particolareggiato ha prodotto scenari apocalittici – ha aggiunto – Il nostro è sempre stato un quartiere pulito, curato dai residenti, con l’avvento del “porta a porta” è diventato una discarica. Parole, parole, soltanto parole dal Municipio non giunge altro”.

Un’emergenza che non risparmia Castelverde: “E’ troppo semplice rimettere i cassonetti differenziati? I paraocchi dell’ideologia di chi decide non fanno vedere la vergognosa realtà: i topi, i disagi, l’invivibilità dei nostri quartieri – ha commentato Andrea De Carolis del comitato di quartiere – Come cittadini paghiamo carissimo un servizio che non solo non viene svolto, costringendoci a tenere i rifiuti nelle nostre case per molti giorni ma che sta trasformando le nostre strade in discariche a cielo aperto”.

“Dopo aver diffuso lo scempio delle nostre strade, i consiglieri municipali sono passati qui, hanno fatto un giro turistico e poi sono spariti nel nulla, non so più quali parole usare per descrivere la mia rabbia”. E di rabbia Andrea Garofoli, uno dei fondatori del gruppo “Tutta l’immondizia del Municipio VI” ne ha tanta perché da mesi segnala senza successo il degrado delle strade. “Discariche a cielo aperto, sporcizia, spazzatura ovunque, come in via Antonio Ingegnoli”. Andrea non risparmia nessuno e parla anche di censura: “Nel nostro municipio ci sono assessori che postano foto di loro stessi con scopa e paletta davanti alle scuole ma quando si fanno presenti i problemi i post vengono cancellati”.

“Non possiamo pagare per aspettare che risolvano i problemi”

“Ho suggerito più volte alla maggioranza di mettere in atto un’azione di controllo attraverso le forze dell’ordine che possano verificare le condizioni di chi vive nelle abitazioni, se si tratta di residenti in regola, quindi se sono censiti, se hanno pagato le tasse per il ritiro della spazzatura, lo dico da un anno”, ha sottolineato Dario Nanni, capogruppo dem alle Torri. E puntando il dito all’amministrazione pentastellata ha commentato: “Governano ormai da un anno e tre mesi, non è possibile che noi dobbiamo pagare per aspettare che imparino a risolvere i problemi”.

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